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Via via che le nostre abitazioni ospitano apparecchi intelligenti, aumentano inevitabilmente i timori per la privacy e le costanti notifiche che aumentano il nostro affaticamento digitale. Ma qual è il punto della situazione a oggi? Che si tratti di comunicare attraverso un elettrodomestico da cucina o di immagazzinare rapporti sul nostro sonno da un materasso, i servizi disponibili nelle case intelligenti di oggi erano una volta vera e propria fantascienza.

Mentre i progressi tecnologici avanzano, c’è una crescente convinzione che l’Internet of Things faciliterà uno stile di vita completamente connesso: il 79% delle persone nel mondo si aspetta che la propria casa, auto, telefono e altri gadget di tutti i giorni parlino tra loro entro il 2030. Già oggi, questo scambio di informazioni è facilitato dagli assistenti vocali, che stanno proliferando rapidamente. Secondo Canalys, il numero di dispositivi intelligenti compatibili con l’assistente nelle case US aumenterà del 400% tra il 2019 e il 2022, raggiungendo 1,6 miliardi.

E infatti, i principali marchi tecnologici stanno offrendo innovazioni che assicurano una connettività semplice e conveniente.  Google Home, HomePod di Apple e la gamma di Amazon Echo combinano la funzionalità di un motore di ricerca con un assistente virtuale e l’automazione domestica, consentendo ai proprietari di regolare termostati, accendere i robot aspirapolvere, riprodurre musica e telecronache su richiesta e fissare appuntamenti semplicemente usando semplicemente la voce. Amazon ha anche collaborato con Realogy per lanciare TurnKey, un programma di real estate che offre in 15 città diverse i servizi di un agente immobiliare di alto livello della zona. Se si sigla l’accordo con quell’agente, le persone possono ricevere da 1.000 a 5.000 dollari di prodotti e servizi domestici Amazon.

Con la previsione che i consumatori spenderanno 123 miliardi di dollari in apparecchiature IoT entro il 2021, il desiderio di una casa più intelligente sta alimentando importanti investimenti. Tuttavia, mentre questi dispositivi mirano a semplificare la vita di tutti i giorni attraverso l’automatizzazione e la gestione remota delle attività, parecchie persone iniziano a essere preoccupate per la privacy dei propri dati.

Gli smartphone sono in cima alle classifiche come i gadget più frustranti. Questo perché l’attenzione richiesta da questi dispositivi può aumentare l’ansia sia quando non funzionano sia quando suonano costantemente per via delle notifiche, spingendo alcune persone a cercare una tecnologia meno invadente. Un rapporto Ernst & Young riflette sottolinea l’importanza della “tecnologia invisibile”, rilevando che i consumatori desiderano interazioni più fluide, senza soluzione di continuità e senza attriti con contenuti e informazioni forniti nel modo meno invadente possibile.

Alcuni sviluppatori stanno esplorando modalità tecnologiche basate sui gesti per rendere le interfacce più intuitive. Uno di questi esempi è Bird, un dispositivo che si lega al dito indice. Caricato di sensori, legge tutti i tipi di gesti come scorrere, tirare, afferrare e ruotare, liberando gli utenti da smartphone e tablet in modo che possano avere tutto a portata di dito.

Nel frattempo, il Project Soli di Google, presentato per la prima volta nel 2015, utilizza un radar in miniatura per rilevare le interazioni gestuali senza contatto e può essere applicato a dispositivi indossabili, oppure telefoni, computer e automobili.

C’è anche un’altra tema, ovvero quello dell’armonizzazione di questi dispositivi nelle nostre stanze. Alcuni marchi sono più attenti al tema del design funzionale, come IKEA e la sua collezione Symfonisk, creata in collaborazione con Sonos, che combina altoparlanti intelligenti con mensole e lampade.

Ring e Amazon Key applicano la tecnologia intelligente alla porta di casa: il primo soppianta delicatamente il tradizionale campanello, il secondo invece consente alle persone di ricevere consegne quando sono via attraverso l’uso di un lucchetto e di una fotocamera collegati.

Il materasso intelligente di Eight Sleep è il primo letto progettato per migliorare il sonno attraverso raffreddamento e riscaldamento dinamici; mentre le sveglie intelligenti come Philips Somneo e Nox Aroma tracciano l’ambiente dell’utente e il ciclo del sonno per determinare il momento migliore per svegliarci.

A oggi una delle maggiori barriere alla fiducia nella tecnologia della casa intelligente è l’ambiguità: le persone spesso non sanno quali dati sono disponibili, chi ne ha accesso e cosa ne faranno. A tal proposito, i marchi stanno iniziando a prendere provvedimenti per dimostrare le proprie credenziali in fatto di sicurezza e per offrire tranquillità alle persone. Blackberry, ad esempio, ha lanciato una piattaforma di sicurezza mobile per le aziende al fine di salvaguardare tutti i dispositivi connessi dei propri dipendenti; un modello che può funzionare anche a scopi domestici.

Infine, non sono solo le case intelligenti ad aumentare, ma stanno sorgendo anche intere comunità intelligenti. Per dimostrare l’efficienza energetica delle case intelligenti, Alabama Power ha creato la Reynolds Community, un quartiere sperimentale di 62 case intelligenti che sono il 35% più efficienti delle case di nuova costruzione standard. Connettendo più famiglie per evitare di sprecare energia per il riscaldamento o il raffreddamento delle stanze quando le persone non sono presenti, il progetto sta dimostrando come i sensori interni possano aiutare a risparmiare denaro ed energia.

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