Dark Light

Tempo fa avevamo parlato di Tinder, e di come il fenomeno del fotoritocco non fosse solo prerogativa femminile. Oggi proviamo ad ampliare il discorso, andando ad approfondire come le piattaforme digitali di incontri siano diventate il primo punto di riferimento per i single, che siano alla ricerca di un contatto occasionale o di qualcosa di più duraturo.

È sempre più difficile incontrare persone nella vita reale, ma le domande intorno alle app di dating sono infinite: cosa si può dire davvero di una persona guardando un selfie allo specchio? C’è solo Tinder in Italia che funziona o ci sono anche altre alternative? E perché il ghosting spesso è così doloroso? Gli appuntamenti organizzati online sono diventati comuni in tutto il mondo, ma la confusione è tanta riguardo il modo giusto di utilizzare queste piattaforme, e conta parecchie persone affaticate dal gesto dello scroll monotono e dalle chat superficiali.

Ad esempio, in Francia, dove la reputazione discutibile dei primi siti di appuntamenti persiste ancora nella coscienza pubblica, queste app sono viste con ambivalenza a causa del loro potenziale che incoraggia l’infedeltà e le molestie. In Cina, invece, i single si stanno spostando su piattaforme che minimizzano il fascino estetico per creare connessioni basate sulla personalità. Secondo uno studio condotto da SurveyMonkey, i servizi di incontri in Rete sono ancora visti in una luce negativa dal 56% degli adulti. Parte di questa fama è dovuta alla difficoltà di valutare una persona in base a una presenza online, ma c’è anche qualche preoccupazione per la natura superficiale dei contatti.

Tuttavia, un altro sondaggio condotto nel 2019 ha rilevato che il 49% degli utenti di app e siti web di appuntamenti americani spera di trovare un partner romantico ed esclusivo (rispetto al 23% che cerca avventure di una notte). Il fatto che molte app mainstream non consentano agli utenti di scremare i risultati – tra una cosa seria e una no – ha portato alcuni utenti a perdere la speranza di trovare un partner attraverso il web, sebbene sia Bumble che Facebook si stiano impegnando per aiutare le persone a stabilire connessioni più autentiche e affidabili. Alcuni si affidano anche ai colleghi e amici per scegliere potenziali partner, come con Ship (abbreviazione molto in voga, anche tra i teen italiani, di relationship) che consente loro di creare un “equipaggio” che può aiutare nelle ricerche.

Oggi le app di appuntamenti spesso assomigliano più a un concorso di bellezza, dove solo le persone più attraenti ottengono una risposta, aumentando così il senso di bassa autostima e l’isolamento sociale di chi per una volta decidono di mettersi in gioco. Tinder e le app di dating se da un lato aiutano a conoscere persone fuori dal solito giro di amicizie, dall’altro lato hanno disumanizzato l’essere umano, che diventa un oggetto da scegliere da un catalogo di immagini.

Per fortuna, le persone hanno anche la possibilità di aggiungere del testo, il ché lascia aperto il campo a una presentazione meno superficiale, e che sia di aiuto per instaurare una conversazione più profonda, che va al di là del “ciao ci vediamo” – evitando di cadere nella buca della blandità fin dall’inizio. Chi sceglie di presentarsi, dichiara implicitamente di cercare un contatto più significativo; che non per forza corrisponde a un contatto a lungo termine.

Il progetto sperimentale i2i, ad esempio, incoraggia le persone a 30 secondi di contatto visivo quando si incontrano nel mondo reale, partendo da un’iscrizione che è impostata automaticamente sulla ricerca di amicizia, e non di partner.

Benché dunque ci siano escamotage che allentano le pressioni e le aspettative, e benchè il tabù dall’incontrare persone su una app di appuntamenti sia evaporato, le persone si fanno sempre le stesse domande: mi troveranno attraente? Ci sentiremo poi? Sta scattando qualche tipo di scintilla? Succede perché una foto e due righe di testo lasciano troppo spazio vuoto nella mente di una persona, che lo riempie con l’immaginazione.

E i brand di dating? Con la sua evoluzione, ad esempio, Tinder ha dovuto continuare a offrire sconti; questo perché non può addebitare ciò che è stato fatto in precedenza poiché offre ancora lo stesso servizio. In fondo, devono anche prevedere che gli utenti non la useranno per sempre, e non sono disposti dunque a pagare così facilmente. Per distinguersi, dovranno iniziare a coltivarsi una nicchia, facendo leva su qualcosa di esclusivo, come l’elite di The League. Pagare un’app dovrebbe essere vista come una tutela. In fondo, è facile che un sito gratuito non abbia soldi da spendere per verificare se i profili sono fraudolenti, ma se si tratta di un servizio a pagamento, allora è molto più probabile che ci siano sistemi in atto per proteggere i propri membri.

Ci sono anche altri fattori da tenere a mente quando si parla di app di dating. Molte persone sono riluttanti a essere monogame perché si sposano più tardi oppure perché si trovano ripetutamente in situazioni in cui non sono sicure se hanno a che fare con un “amico” o se ci stanno uscendo insieme. E può capitare che si inneschi la sensazione che ci sia qualcun altro là fuori di migliore; una sensazione che porta a chiedersi poi se potrebbero essere in grado di trovare un partner migliore, anche se stanno già vedendo qualcuno.

Una cosa è certa: le app di incontri non sono progettate per aiutare le persone a trovare l’amore; sono progettate per fare soldi mantenendo gli utenti attivi il ​​più a lungo possibile. E infatti, non è un caso che le app di appuntamenti non forniscano consigli approfonditi sui problemi di relazione, ad esempio. Piuttosto, danno dritte superficiali, su come trattare le persone online e avere successo sull’app. Fine.

Il vantaggio principale è per le minoranze sessuali. È importante ricordare che le app di incontri sono state ideate dalla comunità LGBTQ per privacy, protezione e uno spazio sicuro per incontrare le persone senza il timore di essere molestate o maltrattate. L’innovazione proviene da app come Her, un’app di incontri per lesbiche e Grindr, che sta aiutando le persone con problemi di salute come l’HIV e sta lavorando alla lotta contro la violenza legata all’LGBTQ. Queste due app sono consapevoli di dover dare l’esempio e hanno un dovere etico nei confronti dei propri utenti. Ciò suggerisce un futuro positivo per tutte le altre app di dating.

L’app da monitorare oggi? Lumen, per il mercato over-50, i Baby Boomer. una fascia che non vuole scendere a compromessi e che ha soldi da spendere; ideale dal punto di vista aziendale.

Un libro da leggere per chi vuole approfondire il tema: The Curious History of Dating: From Jane Austen to Tinder, di Nichi Hodgson – giornalista e autrice che ha lavorato a lungo nei settori di dating, tecnologia del sesso e industrie per adulti negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

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